

Convegno Transizione Digitale
l’importanza della formazione per un’adeguata gestione del cambiamento.
Intervista al Prof. Francesco Longo – CERGAS SDA Bocconi.
Collegati al link: https://youtu.be/mXbjIvrDP_4
Il 28 marzo 2025, presso la Fondazione OIC onlus, si è svolto un evento di grande importanza per riflettere sulle sfide e le opportunità legate alla transizione digitale e alla gestione del cambiamento in un settore cruciale per la nostra società: il welfarecare.
Tra i relatori di spicco, il Prof. Francesco Longo, massimo esperto in long term care e docente presso il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza SDA Bocconi School of Management, con una visione profonda e lungimirante, ha messo in evidenza la necessità di innovare il modello di assistenza in Italia.
Il Prof. Longo ha aperto la sua riflessione ponendo al centro la situazione attuale dell’assistenza agli anziani nel nostro Paese: un tema che tocca direttamente il cuore della nostra società.
Con 14 milioni di anziani, di cui 4 milioni non autosufficienti e un numero crescente di persone fragili, il nostro sistema di welfare non è attualmente in grado di rispondere adeguatamente alla crescente domanda di assistenza.
Il welfare italiano, infatti, riesce a supportare solo il 10% delle persone che avrebbero bisogno, lasciando il 90% a carico delle famiglie, un dato che evidenzia in maniera preoccupante le lacune e le sfide future.
Longo ha sottolineato che, con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle spese pensionistiche, la necessità di ripensare e riformare il sistema di assistenza è più urgente che mai. “Occorre pensare a modelli di servizio innovativi che integrino le nuove tecnologie e che possano essere sostenibili economicamente per le famiglie,” ha dichiarato.
Un approccio che non si limiti solo alla cura fisica degli anziani, ma che abbracci anche l’aspetto sociale e cognitivo, supportando sia coloro che, pur essendo fisicamente autonomi, rischiano di cadere nell’isolamento sociale e chi soffre di disabilità cognitive come nel caso di demenza e Alzheimer.
Il seminario ha messo anche in luce un altro tema centrale: l’importanza di promuovere modelli alternativi alla figura della badante (che oggi rappresenta la soluzione più “comoda” per sistemare gli anziani), ma che, come sottolineato dal Prof. Longo, isola gli anziani e non facilita il loro inserimento in una rete sociale attiva.
“Le tecnologie possono diventare strumenti chiave per un’organizzazione più efficiente della cura e della socializzazione,” ha spiegato il professore. Le nuove tecnologie, infatti, offrono opportunità per migliorare la qualità della vita degli anziani, permettendo loro di restare in contatto con i medici, partecipare a corsi di formazione o prendere parte a iniziative sociali, superando così le barriere fisiche e cognitive.
Un esempio concreto di come l’innovazione digitale possa essere integrata nel welfare sociale arriva dalla Fondazione OIC Onlus, che rappresenta una best practice in questo ambito. La Fondazione, infatti, ha abbracciato la digitalizzazione come strumento fondamentale per migliorare la presa in carico degli anziani e garantire una qualità della vita sempre più alta all’interno del suo ecosistema. La digitalizzazione diventa così un fattore di integrazione che permette di rispondere in modo innovativo alle sfide del nostro tempo, dimostrando che è possibile combinare innovazione, sostenibilità e cura nella gestione dei bisogni delle persone fragili e dei team che operano per la presa in carico.
Il convegno, organizzato da UMANA in collaborazione con SDA Bocconi, Fondazione OIC Onlus, Uneba Veneto, URIPA e Umana Forma, ha anche posto l’accento sull’importanza della formazione per la transizione digitale nei settori pubblici e privati, affinché i professionisti possano affrontare con competenza le sfide legate all’integrazione delle nuove tecnologie.
Il Prof. Longo ha concluso il suo intervento con un messaggio potente e visionario: non possiamo più vedere gli anziani come un problema da gestire, ma come un patrimonio da valorizzare.
In un’epoca in cui gli anziani rappresentano un quarto della popolazione italiana, è fondamentale ripensare ai modelli di assistenza, non solo come strumenti di cura, ma come opportunità per rafforzare la coesione sociale e intergenerazionale. Gli anziani, dunque, non devono essere visti come un peso, ma come una risorsa che arricchisce la nostra società, contribuendo con la loro esperienza e saggezza. Per costruire una società più coesa e inclusiva, dobbiamo valorizzare ogni singola fase della vita, partendo da un modello di welfare che metta al centro la persona, la sua dignità e il suo valore.
In questo contesto, la transizione digitale diventa un alleato fondamentale per favorire un cambiamento che renda l’assistenza agli anziani più sostenibile e socialmente inclusiva. Un cambiamento che non riguardi solo la cura fisica, ma anche la gestione dei legami sociali, il supporto psicologico e la creazione di nuove opportunità di aggregazione e di interazione. Con un approccio che guarda al futuro, possiamo davvero ripensare e rafforzare il nostro sistema di welfare, trasformando ogni sfida in un’opportunità di crescita collettiva.