L’Oic alla Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2022

«Riconoscere come centrale il tema della coesione sociale nella presa in carico delle persone fragili vuol dire accettare un radicale cambio di paradigma capace di riconoscere il valore della “cura” come fondante per il bene comune».

Sono queste le parole usate da Fabio Toso, direttore generale Oic, per introdurre il suo intervento alla tavola rotonda che si è tenuta sabato 17 settembre nell’ Aula magna della Abbazia di Santa Giustina in Prato della Valle, in occasione della Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2022, sul tema “Il medico nella città – Inclusione e coesione sociale. Riflessioni”.

Un appuntamento istituzionale fortemente sentito che ha posto l’accento sul tema importante dell’inclusione indagato in ogni sua declinazione, secondo l’art. 3 del Codice Deontologico. Un imperativo morale oltre che professionale ora più che mai attuale sul quale l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha deciso di concentrarsi con grande impegno in quest’anno.

Alla Tavola rotonda, moderata dalla giornalista Sara Zambotti, hanno partecipato, oltre al direttore generale Oic, anche don Dante Carraro, medico e presbitero diocesano, direttore di Medici con l’Africa Cuamm; Francesco Jori, giornalista ed esperto di comunicazione; la prof.ssa Laura Nota dipartimento Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata Università di Padova e Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto.

«Questo nuovo modo di pensare l’accoglienza dei più fragili – ha spiegato Fabio Toso durante la tavola rotonda – vede la collaborazione tra medici e altri operatori sanitari fondamentale per garantire un “ecosistema della salute e del benessere” che mette al centro la persona. Tutto questo si traduce concretamente in un approccio multi-disciplinare che vede l’équipe in ascolto dei bisogni propri di ogni singolo ospite, delle sue preferenze e dei suoi gusti per poi partire a definire gli interventi per il suo benessere fisico, mentale e relazionale. Un approccio che vede la persona al centro delle cure e che prevede, anche, l’uso di piattaforme informatiche integrate e facilmente fruibili in grado di fornire informazioni di esiti e di aderenza terapeutica a tutta l’équipe sanitaria che ha in carico la cura della persona fragile e la capacità di integrare rapidamente i diversi livelli di assistenza».