Quando le fotografie trasmettono vita: l’esperienza dell’archivio digitale della Fondazione OIC
Quando vediamo una foto al computer compare un piccolo cerchio che gira su se stesso mentre l’immagine si carica. Questo rito si ripete ogni qual volta le foto di compleanni, feste, attività ricreative scattate al Civitas Vitae si materializzano negli schermi di oltre 250 computer sparsi in ogni luogo del mondo ed appartenenti ad amici e familiari dei nostri Ospiti. Il simbolo del cerchio che gira sta a significare “trasferimento di contenuti da un luogo verso un altro” ed in questo caso si tratta di “scene di vita” immortalate dalla nostra fotocamera durante i numerosi momenti di aggregazione al Civitas Vitae.
Nella sola Residenza S.Chiara più di 3500 fotografie digitali sono state assegnate ad oltre 600 set personali, ognuno dedicato ad un singolo Ospite, nel pieno rispetto della sua privacy. Successivamente i collegamenti ai set fotografici sono stati inviati tramite e-mail ad amici e familiari che ci avevano affidato i loro indirizzi di posta elettronica. Ricevere le foto dei propri cari, sapere che trascorrono momenti felici e partecipano ad attività di gruppo è molto importante, soprattutto per chi vive lontano o magari ha poco tempo disponibile per venire di persona a visitarli.
L’apprezzamento che riceviamo e la richiesta di continuare su questa strada ci aiuta a capire quanto le “immagini in movimento” ci aiutino a rinnovare ogni giorno il cerchio della vita, in cui tutti i partecipanti contribuiscono a mantenere attivo un circolo “virtuoso” fatto di comunicazione e relazioni umane.
La macchina organizzativa per gestire l’archivio fotografico (raggiungible anche direttamente su Flickr) implica fatica ed attenzione ma il risultato è assicurato e rende lo sforzo meno pesante. L’idea portante del progetto è che i mezzi multimediali (fotocamere digitali, posta elettronica, internet) contribuiscano ad aumentare e rafforzare le relazioni tra le persone: ricevere notizie dai propri cari serve da stimolo ad amici e parenti per incontrarli di persona, entrando fisicamente negli spazi del Civitas Vitae. In questo modo, da passivi osservatori, divengono automaticamente una risorsa potenziale, che in alcuni casi si trasforma in attiva presenza.